Adottare un gatto o un gattino non è la stessa cosa. Sarebbe un grande errore seguire l’impulso di scegliere un gattino basandosi sulla tenerezza evocata dai tratti infantili di un cucciolo. Ciò si ripercuoterebbe sia sul benessere del gatto che dell’umano, perché il gattino è molto più impegnativo di un gatto adulto in termini di attenzione, supervisione e di molto, molto più tempo da dedicare.
Pierre in versione 2 mesi, socievole
Pierre in versione 3 anni, solitario
1 - ADOTTIAMO GATTINI DELLA GIUSTA ETÀ
Se si è pronti a rivoluzionare la propria vita, è fondamentale sapere che il gattino che si pensa di portare a casa deve avere raggiunto una certa età. Ormai da tempo l’etologia ha evidenziato il ruolo insostituibile di mamma gatta nell’educazione del cucciolo, stabilendo che i gattini sottratti a mamma e fratellini prima di 3 mesi mostreranno sempre, in età adulta, uno o più comportamenti inappropriati. Ne sono un esempio la mancata auto-inibizione delle unghie e del morso, che solo la lotta tra fratelli e gli interventi di mamma gatta sono in grado di insegnare a ogni felino. Il costume di sbarazzarsi di gattini appena svezzati fa la gioia dell’adottante umano, però è destinata a durare poco, quando si ritrova in casa un piccolo selvaggio, che gioca in modo disinibito mordendo e graffiando sempre più forte man mano che cresce. Senza contare il disagio emotivo provocato a mamma gatta, la quale per giorni cerca il suo cucciolo, fino a rassegnarsi al fatto che è morto, nonché al disagio del gattino, che ha ancora bisogno del riferimento materno, un riferimento fondamentale per imparare il giusto modo di relazionarsi coi suoi conspecifici e con noi.
Pink e Floyd, 2 mesi, intenti a giocare per imparare a usare le "armi" solo quando necessario, e il gioco non è mai il contesto adatto.
È la madre a decidere il momento del distacco. Ogni decisione umana in tal senso produce traumi, disequilibri emotivi e cattiva educazione del futuro gatto di casa. Molto frequenti sono addirittura i casi di gatti che non hanno imparato la sottile arte comunicativa tra conspecifici, il che diventa un grosso problema se in futuro si desidera inserire un secondo gatto, perché se due gatti non si capiscono non possono andare d’accordo o quanto meno tollerarsi nel medesimo territorio.
Adottare significa prendersi cura del figlio di altri, però mentre il bambino è un essere umano come noi, il gattino appartiene a una specie totalmente diversa. Si tende a sottovalutare i bisogni specie specifici, ma questi, invece, sono fondamentali per una corretta interazione, così come a costruire una convivenza serena e appagante da ambo le parti. Quindi, se scegliamo un gattino, prendiamolo già “educato” dalla sua legittima mamma, dato che non abbiamo né la competenza né le condizioni fisiche idonee a sostituire le sue veci. Per condizioni fisiche si intende l’impossibilità di usare unghie e denti in modo educativo a seconda dei contesti, così come all’impossibilità di rilasciare i feromoni, con cui i gatti comunicano dettagliate informazioni, scaturendo nel ricevente reazioni automatiche determinate. Tutto ciò rientra nella natura del Felis catus, il gatto, una natura nella quale l’essere umano non può entrare in relazione profonda, perché evolutasi in milioni di anni per rendere efficace la comunicazione coi soggetti della propria specie.
2 - PRIMA DI TUTTO IL GATTO È UN FELINO
Altro principio da sapere prima di adottare un Felis catus è che il gatto è un felino non del tutto addomesticato, come dimostra il suo fortissimo istinto di caccia e quello territoriale. Può sembrare banale, ma molti proprietari di gatti finiscono per lamentarsi per quelli che, dopotutto, sono comportamenti tipici e assolutamente insopprimibili della specie di appartenenza, come graffiare mobili e cacciare piccole prede.
I felini hanno un repertorio di comportamenti specifici inscritti nel patrimonio genetico. Non possiamo eliminare i comportamenti istintivi evolutesi in milioni di anni, ma possiamo e dobbiamo adattare la nostra casa in funzione dei loro bisogni
Talvolta sentiamo descrivere i gatti come “antipatici”, “insofferenti” o “dispettosi”, che alla fine sono da considerarsi unicamente proiezioni umane. I gatti considerati “problematici” non sono né più né meno che animali squisitamente felini. Infatti, trattandosi di animali che discendono da progenitori solitari e territoriali, non fanno nulla di strano o inadeguato quando palesano le loro origini genetiche. Vi sono gatti che, per circostanze particolari piuttosto complesse e non prevedibili, sono particolarmente socievoli, in pace col mondo intero, ma nel ricco oceano di presenze feline spiccano ancora come eccezioni.
Adottare un gatto implica allora rivoluzionare idee e preconcetti popolari, impegnarsi ad arricchire l’ambiente casalingo con tutte le risorse indispensabili ed essere disposti, ogni giorno, a spendere un poco di tempo col nuovo membro della famiglia.
3 - IL GATTO HA BISOGNO DELLA COMPAGNIA UMANA PER POCO TEMPO, MA OGNI GIORNO
Non è vero che il gatto è un animale indipendente e autonomo, così come è insufficiente fornirgli unicamente cibo, acqua, cuccia e cassetta igienica. Seppure la scienza abbia dimostrato che al gatto manca quella forma di attaccamento sicuro, tipica delle specie gregarie (fra le quali l’uomo), anche lui soffre la solitudine. Se svolgiamo un lavoro che ci tiene fuori casa 12 ore al giorno non possiamo permetterci di adottare gatti, perché ognuno, nel suo modo individuale, ha bisogno di noi. Eccome!
Molto brevemente, l’attaccamento sicuro è stato studiato sull’uomo e in seguito anche su animali come il cane e il gatto. In sostanza, l’attaccamento sicuro si manifesta quando la figura di riferimento (la mamma per il bambino o il proprietario per il cane) si allontana, provocando nel bambino o nel cane ansia da separazione. È assodato che il gatto non soffre di ansia da separazione da noi, però è ampiamente dimostrato che ne soffre quando separato dal suo territorio. In questa specie, infatti, il distacco effettuato da mamma gatta provoca nel gattino un certo trauma, il quale si risolve definitivamente spostando quel forte attaccamento dalla madre al territorio. Questo spiega il motivo per cui il gatto non ama allontanarsene, dato che tutti i suoi riferimenti “sicuri” si trovano in quel determinato ambiente. I riferimenti sicuri di un gatto sono le risorse positive del suo territorio, dunque la disponibilità di cibo, acqua, luogo di riposo, di eliminazione e di gioco. C’è poi il riferimento emotivamente più importante per il gatto, cioè quello umano. Il gatto è capace di instaurare relazioni profonde con le persone che interagiscono con lui in modo positivo, tanto da reputarle risorse territoriali necessarie e irrinunciabili. Risorse che ogni gatto ha bisogno di sfruttare in determinati momenti della giornata, ovvero quando ci sale in grembo, gioca insieme a noi e si strofina per uno scambio di coccole e odori per lui rassicuranti.
In ultima analisi, il gatto non ha bisogno solo di buon cibo e cure veterinarie, ma richiede quella moderata attenzione quotidiana che non dovrebbe mai mancare, poiché fonte di grandissima stabilità emotiva. Il gatto è molto abitudinario, gran parte della sua serenità in un ambiente si basa sulla certezza di poter contare sulla routine, compresa quella che ci coinvolge attivamente, che si tratti di tre ore o di 40 minuti al dì, ripartiti nell’arco della giornata, a seconda che abbiamo a che fare con un gattino o con un gatto adulto.
Gattini abbandonati a meno di 2 mesi... La più chiara, Lisa, fu salvata in extremis da ipotermia e disidratazione
4 - GATTINI ABBANDONATI E DINTORNI
Sappiamo bene che esiste la crudele abitudine di abbandonare gatti e gattini, magari per via del divano nuovo o dell’arrivo di un bambino. Questa è semplicemente cattiva cultura sul gatto. Basta un tiragraffi accanto al divano per riuscire a salvaguardarlo. Pochissime accortezze e una sensata conoscenza cancellano ogni timore nei riguardi dei futuri nascituri umani, i quali potranno godere del doppio beneficio di crescere con uno o più gatti in casa. Il primo squisitamente cerebrale (il bambino sviluppa maggiori connessioni neuronali e beneficia di uno sviluppo emotivo più ricco di altri), il secondo squisitamente biologico (la presenza di animali aumenta le difese immunitarie dei giovani organismi). Insomma, proprio l’opposto di quanto sostengono antiquate dicerie popolari.
Eppure, nonostante la scienza sia di supporto a quanto finora affermato, gli abbandoni sono in aumento. Allora capita assai spesso di trovare gattini appena svezzati in balia del mondo. Le anime pie li raccolgono e di solito è amore eterno. In ogni caso, va tenuto in considerazione il fatto che il gattino di cui ci si prende cura manca del completo “training” di mamma gatta. Bene, come tutto ciò che si conosce, anche questo non è un problema. Basta sapere che con un gattino del genere non si deve giocare mai e poi mai con le parti del proprio corpo, perché l’auto-inibizione di unghie e morso non può essere appresa da chi non è dotato di identiche “armi”. Evitando quel tipo di gioco, si insegnerà al gattino che con il corpo umano non si gioca mai. Dopotutto esistono molti altri modi per giocare!
5 - IL GATTO ADULTO SI AFFEZIONA COME (O PIÙ) DI UN GATTINO
Molte persone affermano che il gatto adulto non si affeziona.
Beh, ma questa è la più insensata delle affermazioni!
Con la certezza che ci sia sempre l’eccezione che conferma la regola, la quasi totalità di gatti adulti non soltanto è in grado di creare profondi legami coi nuovi umani, ma di solito, dopo un piccolo periodo di rodaggio, sono addirittura più intensi.
Il gatto impara per tutta la vita. Ovviamente più è avanti con l’età, meno veloce è l’apprendimento. Infondo questo è un fatto naturale per i cervelli di tutte le specie del mondo, anche per quello umano. Forse con un gatto maturo ci vorrà un poco di pazienza e l’accortezza di rispettare il suo spazio sicuro, ma che il legame si formi è praticamente una garanzia.
Millina, conosciuta da anziana... divenuta in-se-pa-ra-bi-le
6 - IL GATTO ADULTO È FATTO COSÌ, IL GATTINO COME DIVERRÀ?
L’indubbio vantaggio di adottare un gatto adulto è accogliere in casa un felino di cui si conoscono già educazione, temperamento e comportamenti acquisiti fino a quel momento. La sua individualità è stabile, il suo carattere completamente formato.
Il gattino, invece, vive la sua fase di attrazione fino al terzo mese circa. Vale a dire che tutti i gattini sono istintivamente attratti da qualsiasi cosa e da chiunque. Ecco perché le prime 9 settimane sono determinanti per gettare le basi del loro grado di socievolezza. Dopo la fase attrattiva subentra piuttosto velocemente quella repulsiva. In altri termini, i gattini, che fino ai 3 o 4 mesi sono campioni di socievolezza, virano inevitabilmente verso l’avversione del nuovo e dello sconosciuto, la qual cosa è ampiamente legittimata dall’assicurare la sopravvivenza della specie. Se un gatto non continuasse a fidarsi di tutti, finirebbe per morire in brevissimo tempo.
Ora, se il gattino ha vissuto le più disparate esperienze e conosciuto animali di specie diverse, così come molte persone di varia categoria (adulti, bambini, anziani, donne, uomini, ecc), la sua versione adulta sarà notevolmente più socievole di altre, perché le specie e le tipologie umane conosciute durante la fase di attrazione saranno inserite in un “data-base” felino che li categorizza come “amici”. Ogni gatto adulto è dunque il risultato di genetica + ambiente esattamente come ogni essere umano. Sono soprattutto le prime esperienze a formare gli individui.
La fase di attrazione del gattino ci piace in modo irresistibile, ma non sappiamo quale sarà la sua versione definitiva adulta, che invece si manifesterà a partire dai 4-6 mesi, per diventare definitivamente stabile dopo i 3 anni, al raggiungimento della maturità sociale.
Pertanto, un gatto che abbia da 4 anni in su è esattamente ciò che dimostra di essere (timido, socievole, affabile, scontroso, ecc), mentre un gattino è più o meno un punto interrogativo.
Ricordiamoci che tutti i mammiferi sono sensibili ai caratteri neotenici dei cuccioli. Testa grande, occhi rotondi, muso corto, zampe tozze, movimenti incerti e morbidezza di pelo e cute sono caratteristiche che innescano in tutti, soprattutto nell’essere umano, le cosiddette cure parentali. Questa è la ragione strettamente biologica che attiva in noi la tenerezza verso i cuccioli, però quello che davvero rende consapevole l’adozione di un gatto, come di qualsiasi animale, è la conoscenza di ciò che sarà una volta raggiunta l’età adulta, insieme alla conoscenza del suo sistema di comunicazione, dei suoi comportamenti istintivi e insopprimibili e delle sue necessità di specie.
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