Con un metodo semplicissimo.
Lui sale, io lo rimetto a terra.
Lui ri-sale e io lo ri-metto a terra.
Ma lui sale di nuovo, allora sbuffo, ma lo metto ancora a terra.
Forse ci riprova ancora e ancora… l’importante è seguire il motto “chi la dura la vince”.
In questo modo non crediate di avergli insegnato a non farlo, avete solo disincentivato il suo proposito, tanto che, se pensasse come noi, direbbe a se stesso “mi sa che non mi conviene compiere questa azione, dato che mi ritrovo sempre al punto di partenza. È uno spreco di energia”.
È FONDAMENTALE essere coerenti, e allora nemmeno una volta gli permetterete di farlo, altrimenti, sempre se potesse, penserebbe “comunque, dai che ti ridai, questa azione riesce! Basta solo insistere”.
Se NON siete coerenti, non favorite l’instaurarsi nel suo cervellino di questa associazione:
AZIONE SALIRE SU QUEL TAVOLO = FALLIMENTO TOTALE = AZIONE INUTILE
Un’altro consiglio spassionato è di evitare il “no” come rinforzo al rimetterlo a terra. Tanto meno di sbraitare. Questo per due motivi:
1) quando non ci siete e il “no” non è avvertito, l’azione si può fare.
2) vi stressate entrambi… inutilmente. Vi assicuro.
Pietro "congelato" mentre sale sul davanzale. Per inciso, lui non salta MAI su alcun tavolo di casa, né su sedie, poltrone, divani... insomma su nessun mobile :D
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